Si crede in genere che aggregare un gruppo di climbers, spiriti liberi per definizione, in vista di un obiettivo comune come un viaggio di arrampicata, sia piuttosto difficoltoso: chi preferisce un luogo, chi l’altro; chi mangia pasta, chi riso, chi non mangia affatto… ecc..

Così ho utilizzato la moderna tecnologia (leggi “WhatsApp”) per spedire qualche foto a effetto, con splendide scalate su rocce di scogliera e mare sullo sfondo, per invogliare ben sei giovinastri dalle dita e braccia d’acciaio a trascorrere cinque giorni, subito dopo questo Natale, in Istria: appartamento nuovo a Buzet, e costi alla portata di vacanze da studenti come costoro… Mi aspettavo dinieghi per motivi vari, invece Fabio De Cesero e Checco Vettorata mi han risposto subito “che figata!.. Ti faccio sapere”. Al primo (Fabio), impegnato in esami a Padova di ingegneria, ma livello 8c+, e all’altro (Checco), giunto in questa stagione 12° in Coppa del Mondo e vice campione italiano, si sono aggiunti Silvia Cassol, giovane top climber dell’arrampicata italiana che l’anno scorso ha chiuso un 8b+/c; Lorenzo Rosset, quarta Itis a Belluno con media di voti superiore all’8, livello 8a+ in due anni di arrampicata; Matteo Menardi, quarta liceo classico a Cortina, con prima e al momento unica ripetizione di un 9a di Adam Ondra a Gemona del Friuli, oltre svariati 8c+ e 8c; e Giovanni Canton, al secolo Corner, futuro ingegnere biomedico impegnato a stritolare prese in sala boulder a Padova, autentica fucina di allenamento di livello.

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Tutti bellunesi, tutti chi più chi meno di formazione Climband, per quanto provenienti da “scuole” di scalata differenti. Tutti e 7, compreso chi scrive, stipati con zaini, corde, borse e cassa viveri nel fantastico furgone da 8 posti di Checco, più simile a un vero aereo, includendo anche il livello guida del driver proprietario!.. Partire insieme in un furgone crea un clima di unione, condivisione di gruppo; per quanto non tutti questi giovani non si conoscessero molto bene fra loro, Matteo ha messo subito mano alle proprie diavolerie tecnologiche, e con cavi, cavetti usb e altri “oggetti misteriosi” (per il sottoscritto, appartenente alla generazione giurassica-pre-digitale), ha subito collegato le numerose colonne sonore del proprio I phone al favoloso impianto stereo del furgone-aereo: ed è subito partita musica “a palla”!… con repertori incredibilmente vari, da sound tranquilli a robusti metal dal volume sconvolgente per i miei antichi timpani… E stranamente ogni tanto comparivano canzoni dei miei anni, non so bene il perché: ovvero se realmente questi ragazzi amano anche i vecchi generi, oppure li inserivano impietositi dalla mia presenza…Sta di fatto che, silenziosi e un po’ titubanti nelle prime ore di viaggio, dopo un giorno partivamo insieme a cantare, chi più chi meno stonato, dai Pink Floyd a Bella Ciao in versione rap.
Ma veniamo al crux di quei giorni divertenti per tutti: da subito, è stato uno spettacolo osservare i mostri come Checco, Fabio, Matteo e Silvia attaccati agli 8b, 8b+ e a un 8c spettacolare, di intensità breve ed esplosiva. Nessuno si è risparmiato, massacrandosi la pelle delle dita sulla roccia fantastica ma abrasiva di una delle suggestive falesie istriane. In cinque giorni abbiamo scalato quattro, riposando il terzo.

Matteo Menardi a Pandora

Sole e caldòn nella prima giornata (27 dicembre, inverno anomalo!..); nuvoloso il secondo giorno, aderenza ottima ma dita fredde in continuità; sole pieno ma con un po’ di arietta refrigerante (borìn in triestino) la quarta e quinta giornata; in quest’ultima siamo riusciti finalmente a scalare a Pandora, vicina al nostro appartamento di Buzet, immersa nella gelida nebbia durante le giornate precedenti della vacanza. Di questa mitica volta strapiombante non fa sognare solamente il nome del luogo e di alcune vie (Pandora, Avatar ecc..), ma anche l’arrivarci per la prima volta e mettere le mani su quelle canne sane, di evidente intensità aggettante, (vedi Neytiri 8a, o la stessa Avatar, impressionante strapiombo senza fine di 8b), con un vuoto sotto il sedere amplificato dall’esile cengetta di partenza, ben attrezzata a corde fisse.
Per gli amanti dei risultati di performance, Checco Vettorata si è sparato in 2 soli giri Marmots at Work, 8b a Pandora. Matteo Menardi, in un’altra splendida falesia rivierasca, ha chiuso un lungo muro dai movimenti duri e tecnici di 8b+ in pochi tentativi. Fabio De Cesero è caduto più di una volta al termine dell’8c sopra descritto, come pure lo stesso Checco, e Silvia Cassol è passata a vista sul tratto più duro di un solido 8a, per poi doversi arrendere più in alto, su un movimento meno duro, ma deleterio per una sua spalla un po’ acciaccata. Lorenzo Rosset ha chiuso a vista un bellissimo muro a tacche e canne di 7b/c, riuscito nello stesso stile a Silvia e al sottoscritto, felice di salire in modalità lavorata anche l’8a sfuggito a vista a Silvia, per la spallata già descritta. Lo stesso arduo 7b/c è riuscito lavorato anche a Giovanni Canton.
Oltre i risultati, credo vadano spese poche righe per cercare di rendere il clima che si è instaurato fra noi in 5 splendidi giorni: lo stesso Corner (= Canton), lo ha definito di spensieratezza… Spensierati sì, ma inesorabilmente determinati, una volta staccati i piedi da terra! La sera è regnata una sana allegria, baccanosa ma mai eccessiva: lo sfottò reciproco non ha risparmiato nessuno…IMG-20151230-WA0007 A 52 anni suonati, sono stato colto in flagrante mentre discorrevo, lasciandomi partire dalle labbra una sputacchiata di saliva, e Checco mi ha battezzato all’istante “Vecchio Bavoso”; non riporto gli ulteriori commenti dei giovani, quando hanno assistito a una mia pietosa salita di un altro pestifero 8a, con tratto obbligatorio e duro impestato sotto la catena, munito del vergognoso “bastòn truffaldòn” appeso alla cintola…(azione documentata e svergognata puntualmente dal mezzo tecnologico) … Fortuna che il più vecchio dovrebbe dispensare lo spirito etico dell’arrampicata!… E pure l’ampezzano Menardi ha dovuto abbandonare anche il minimo accenno di permalosia, soprattutto quando si è lasciato cadere nel water il suo fantasmagorico e prezioso telefono dalle mille funzioni!… Disperato, ha cercato di rianimare la sua creatura inzuppata (di acqua, si è sperato…), inserendola persino nel forno di cucina a 30 gradi… inutilmente: telefono morto!..
Ritrovarmi con questa compagnia di scapestrati mi ha riportato ai primi lontani anni ’80, quando nasceva l’arrampicata sportiva e anche io godevo delle mie 20 primavere, come costoro. Certo, molti aspetti sono cambiati da allora; ma più di qualcosa rimane, come quell’anelito di libertà, quell’aspettativa di scoperta e quel legame di affetto, che vengono a instaurarsi in un viaggio, con un gruppo affiatato di climbers: ognuno col proprio livello, con la propria storia più o meno lunga, più o meno valorosa alle spalle, che per l’appunto ognuno si è lasciato alle spalle, godendosi il presente… spensieratamente.
Grazie boce, al prossimo “viaggio boss” !!!

Sandro Neri